Thyssenkrup Blues

Per saperne di più...
Carlo Marrapodi, un giovane calabrese trasferitosi a Torino, dal 2000 ha trovato lavoro presso l’acciaieria ThyssenKrupp, tristemente nota per il drammatico incidente avvenuto nel dicembre 2007, in cui sette uomini
Per saperne di più...
Carlo Marrapodi, un giovane calabrese trasferitosi a Torino, dal 2000 ha trovato lavoro presso l’acciaieria ThyssenKrupp, tristemente nota per il drammatico incidente avvenuto nel dicembre 2007, in cui sette uomini morirono tra le fiamme in un’area priva di misure di sicurezza adeguate. Nell’aprile del 2007 la dirigenza tedesca decide di smantellare lo stabilimento di Torino, costringendo il giovane e i suoi colleghi a scegliere tra il trasferimento a Terni e il licenziamento. In giugno l’operaio riceve una lettera che annuncia la cassa integrazione con effetto immediato. Inaspettatamente l’azienda rimanda lo smantellamento degli impianti a fine anno e Carlo è richiamato al lavoro in autunno. Per non perdere il diritto alla liquidazione, gli operai sono costretti a fare turni massacranti e le condizioni di sicurezza sono del tutto precarie: il giorno della tragedia, Carlo aveva svolto il turno pomeridiano. Dopo l’incidente, il giovane si ritrova in cassa integrazione ed è costretto a fare ritorno in Calabria.
Esordio nel lungometraggio, firmato da Pietro Balla e da Monica Repetto, Thyssenkrupp Blues è un documentario che non ha pretese di oggettività o di una ricostruzione fedele dei fatti di quella disgrazia, così come si sono succeduti, ma è un resoconto soggettivo e come tale ‘di parte’ che nel seguire il percorso di un operaio, ripercorre quasi un anno di storia della fabbrica.
Il ragazzo è osservato e ripreso nella quotidianità dei suoi gesti, delle sue reazioni e la videocamera documenta, implacabilmente, il suo ribellarsi alla cassa integrazione, ai divieti imposti dalle alte sfere dirigenziali di oltrepassare i cancelli della fabbrica, anche solo per fare uso dei servizi igienici.
Il racconto non è privo di istanti di ironia tinta di amarezza, di disincanto e di cupa rassegnazione. Gli accadimenti vengono narrati, filtrati, vissuti in prima persona dall’operaio, così come il trauma per la perdita dei suoi compagni, oltre che del lavoro. Un ritratto essenziale, a tratti forse con qualche ingenuità, eppure efficace, che riesce bene a descrivere la sensazione di alienazione e di stordimento che pervade il protagonista.
Soprattutto, offre lo spunto per una riflessione sul potere dell’immagine, sulla consapevolezza di quanto l’interesse di un caso umano, sociale o politico, possa fin troppo facilmente ‘accendersi’ o ‘spegnersi’, a seconda che i riflettori dei media siano puntati su di essi.
La nostra cura per la tua sicurezza
Orario
(Giovedì) 21:30 - 23:30
Luogo
anagrafe-centrale
Organizzatore
Prenota il tuo posto
Prenotazione e registrazione obbligatoria per tracciamento sanitario e rispetto della capienza di sicurezza dell’area.
I Soci ARCI possono acquistare 1 biglietto ridotto a testa esibendo la tessera ARCI 2020/21 all'ingresso. E' possibile associarsi in occasione dell'evento versando la quota associativa di 10 € con validità fino al 31/12/2021.
I biglietti non sono più disponibili per la vendita per questo evento!