Planeteus 585 | Guido Drago
2019ven01mar15:00dom17(mar 17)20:00Planeteus 585 | Guido Drago

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PLANETEUS 585 Il nome deriva dalla parola Pianeta, la cui etimologia è tipicamente greca, infatti nell’antica Grecia la parola “plànetes” identificava stelle vagabonde, astri che si spostavano nel cielo notturno
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PLANETEUS 585
Il nome deriva dalla parola Pianeta, la cui etimologia è tipicamente greca, infatti nell’antica Grecia la parola “plànetes” identificava stelle vagabonde, astri che si spostavano nel cielo notturno rispetto allo sfondo delle stelle fisse.
Planeteus 585 è il suo identificativo di Istagram, social con cui ama diffondere la sua arte.
L’artista è un personaggio quasi mistico: non appare mai, non vi sono immagini di lui e non si trovano sue informazioni personali sul web. Il fatto stesso che si presenti a noi con uno pseudonimo non ci permette di conoscere il suo vero nome. Egli crea intorno a se l’aura del mito, del misticismo.
E’ questa dunque l’occasione in cui conoscerete qualcosa in più su di lui… Il nome vero dell’artista è Guido. Diplomato al liceo artistico di Novara ha successivamente frequentato la scuola di fumetto di Milano. Ha lavorato qualche tempo come illustratore per ragazzi Collaborando anche con il fumetto di Diabolik (quello che usciva con la rivista Panorama), ha avuto esperienze nei cartoni animati ed è autore di diversi cortometraggi. Vive nel Monferrato dove coltiva di fragole di bosco con sua moglie… Bosco in cui vivono… Probabilmente trae ispirazione proprio da quel bosco per le sue creazioni! E inventa e scrive storie… Anche se questa, la sua, è tutta vera!
Le sue opere che in questa mostra possiamo ammirare si sviluppano intorno al mondo della miniatura, arte antica che arriva dal passato di cui molto, tutto è stato già detto, ma Planeteus sviluppa quest’arte in modo del tutto innovativo, facendola sua, imprimendole dei significati che vanno al di là della miniatura stessa.
Quelle dell’artista sono visioni post-apocalittiche in cui l’uomo si ritrova immerso in scenari del tutto inaspettati, visti solo nei film futuristici e fantasy.
Parliamo di piccoli mondi, mondi che stanno nel palmo di una mano dentro i quali ci si perde nell’osservare i dettagli della scena e del movimento. Perché è proprio questo a cui possiamo assistere: una scena in movimento nella quale i personaggi sono intenti a “sopravvivere” in questi nuovi paesaggi creati nella distruzione della civiltà. Nell’atto dell’osservare, il tempo sembra fermarsi, e si viene rapiti dentro la scena miniaturizzata. La mente viene assorbita dalla verosimiglianza di ciò che si sta osservando.
E allora paura mista a meraviglia pervade l’osservatore quando si rende conto che ciò che sta osservando che potrebbe essere l’anticipazione di ciò che avverrà.
Curatrice della mostra: Jessica Spagnolo