Una questione privata

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Tornando alla villa dove ha conosciuto l’amata Fulvia, il partigiano Milton scopre che forse fra lei e il suo migliore amico Giorgio, anche lui combattente, potrebbe essere nata una
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Tornando alla villa dove ha conosciuto l’amata Fulvia, il partigiano Milton scopre che forse fra lei e il suo migliore amico Giorgio, anche lui combattente, potrebbe essere nata una storia d’amore. Nel tentativo di ricevere da Giorgio un chiarimento, Milton intraprende un viaggio attraverso il paesaggio verde e nebbioso delle Langhe che è anche un percorso di conoscenza: di se stesso, dell’animo umano e della barbarie insensata della guerra.
Paolo e Vittorio Taviani affrontano uno dei “testi sacri” della letteratura italiana, “Una questione privata” di Beppe Fenoglio, con il piglio autoriale che deriva loro da una lunga militanza cinematografica e da una conoscenza profonda della Seconda guerra mondiale e della lotta partigiana.
Come Ermanno Olmi in ...torneranno i prati, i Taviani raccontano il tempo di guerra rifiutando di concentrarsi sull’azione bellica e depurando la Storia di tutto ciò che è ridondante, per lasciare i protagonisti nudi di fronte alla desolazione e all’orrore. Come in Così ridevano di Gianni Amelio, la narrazione cinematografica di Una questione privata procede per episodi chiave, momenti e personaggi che incarnano la Storia e la condizione umana nella sua essenza. Il più folgorante è l’incontro di Milton con i genitori, scena muta di straziante intensità, riassunto senza parole del cordoglio di tante famiglie che hanno visto scomparire i propri figli inghiottiti dalla guerra, conservando a stento la speranza di rivederli vivi, anche per un solo, fugace istante.
I grandi maestri sono chiamati a regalare una prospettiva epocale al proprio lavoro, e i Taviani, dopo la sperimentazione radicale perseguita con Cesare deve morire che ne ha certificato l’eterna giovinezza artistica, con Una questione privata rivisitano il loro stesso cinema (in particolare La notte di San Lorenzo) con grande rigore filologico, recuperando quegli spazi e quei silenzi che ora non sono più di moda, ma restano pause necessarie per raccontare una storia complessa senza perdersi in inutili spettacolarità.
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(by MYMOVIE.it)
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