BELLA CIAO - PER LA LIBERTÀ

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BELLA CIAO – PER LA LIBERTÀ Regia di Giulia Giapponesi, Genere Documentario, 2022 “Bella ciao” è un canto dalle origini mai nettamente chiarite che è divenuto patrimonio mondiale dei
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BELLA CIAO – PER LA LIBERTÀ
Regia di Giulia Giapponesi, Genere Documentario, 2022
“Bella ciao” è un canto dalle origini mai nettamente chiarite che è divenuto patrimonio mondiale dei movimenti che, nelle più diverse situazioni, lottano contro regimi che sopprimono o vorrebbero sopprimere le libertà fondamentali. Questo documentario ne porta alla luce alcune delle meno note approfondendo le motivazioni che hanno portato all’adozione del canto che in Italia si tende a configurare come l’emblema della resistenza al nazifascismo.
È interessante notare come, nell’arco di pochi mesi, abbiano fatto la loro apparizione sugli schermi ben due documentari dedicati a questa canzone (il precedente è Bella ciao di Andrea Vogt). È il segno della necessità, in un’epoca in cui le proposte musicali provengono da ogni parte, di conoscere sempre meglio ciò che sta alle fondamenta del nostro vivere comune. “Bella ciao” ha trovato il suo posto in questo ambito a livello globale.
Giulia Giapponesi propone un percorso che si trasforma in una presa di coscienza con una fondamentale connotazione femminile. Troppo spesso (si potrebbe dire quasi sempre) l’articolo ‘i’ precede il vocabolo ‘partigiani’ quasi che le donne non abbiano preso parte alla Resistenza in Italia. La regista non si attarda in polemiche passatiste. Fa una cosa molto più utile: fa parlare donne che all’epoca c’erano ma, soprattutto, ci permette di conoscere giovani donne nostre contemporanee che per e con quella canzone hanno lottato o lottano. È il caso di una politica turca che per “Bella ciao” è finita sul banco degli imputati o di una combattente curda che ci mostra come quel canto faccia parte del patrimonio della lotta per la libertà di quel popolo.
Ci sono anche (e sono degne di rilievo) le ricostruzioni e anche le diatribe sulle origini della sua melodia e sul fatto che sia stata o meno cantata effettivamente durante la lotta partigiana. Il senso profondo sta però altrove. Lo si può ritrovare a tutte le latitudini grazie alla straordinaria capacità di penetrare nella memoria collettiva, di essere imparato rapidamente, di consentire una partecipazione collettiva e di prestarsi ad adattamenti alle lotte di liberazione dai più differenti avversari.
Mentre lo si guarda e si ascoltano le testimonianze più diverse (si va da Vinicio Capossela a Moni Ovadia passando per i Modena City Ramblers senza dimenticare musicologi e testimoni del tempo) viene quasi istintivo chiedersi se in questi giorni che vedono la parola guerra associata alla parola invasione non ci sia stato chi, in terra di Ucraina, abbia pensato di ricorrere a quelle note per esprimere la propria ribellione alla violazione di ogni regola avendo l’obiettivo di procedere ad un’annessione più o meno esplicita. È accaduto ma in un contesto che sembra lasciare più di una perplessità sulle intenzioni di base.*
* Recensione by Giancarlo Zappoli (MyMovies)
EVENT BONUS
Prima del film sarà proiettato il corto “Cadde la notte su di me” di Riccardo Menicatti e Bruno Ugioli
in collaborazione con l’Associazione FUORI CAMPO.
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